Dopo l’indagine contro l’ex dipendente ora l’accusa: “Soldi senza controlli”. Il presidente uscente Meghnagi (definito con disprezzo “Superpippo” dalla lista concorrente): “La mia è una battaglia personale. Quell’uomo ha incassato 664 assegni troppo facilmente”
Alessia Gallione
Lo aveva promesso fin dall’inizio, fin dallo scorso aprile quando aveva dovuto comunicare a un’assemblea sotto shock la scoperta della truffa: «Andremo avanti fino a quando non avremo recuperato i soldi che ci sono stati rubati». Adesso Walker Meghnagi annuncia il prossimo passo che la comunità ebraica stapercompiere. Equell’atto sarà uno degli ultimi che farà come presidente dei 7mila iscritti: il 22 marzo ci saranno nuove elezioni (anticipate) per rinnovare le cariche. Lui non si ricandiderà, ma, dice, non intende mollare quella che considera anche una «battaglia personale». Il caso è quello dell’ex responsabile amministrativo che, negli anni, è arrivato a sottrarre dieci milioni. Soldi che adesso la comunità chiederà come risarcimento «economico» e «morale» anche alla banca che custodisce le loro risorse e da cui l’allora dipendente sarebbepassato all’incasso in almeno dieci anni di «664 assegni che non avevano i timbri necessari».