Grass è ambiguo, ma la Shoah non è unica
Giorgio Israel
Alain Finkielkraut aveva previsto già una trentina di anni fa le conseguenze dell’introduzione del termine «genocidio», coniato nel 1944 per distinguere lo sterminio degli ebrei dagli altri crimini contro l’umanità: il formarsi di un codazzo di aspiranti allo stesso privilegio; il dilagare dei «confronti» tesi a dimostrare il diritto a ottenerlo e quindi tesi a sminuire la gravità del genocidio degli ebrei. Come osservò Finkielkraut, «dalle donne agli occitani, ogni minoranza oppressa proclamò il suo genocidio. Come se, senza di ciò, cessasse di essere interessante».