Una storia che in pochi conoscono. Il 16 ottobre del 1943 i nazisti prelevarono la sua famiglia. Furono uccisi tutti. Settimio Calò fu l’unico a salvarsi. Ora Roma lo ricordi
Gian Antonio Stella
C’ è un buco, nello stradario di Roma. Tra piazza Elio Callistio e via Calopezzati, seguendo l’ordine alfabetico, manca uno slargo, una piazzetta, un vicolo che porti il nome di Settimio Calò. Vi chiederete: Calò! Chi era costui? Era un piccolo uomo qualunque che non desiderava altro che vivere una vita qualunque. Aveva una moglie e dieci figli. Passarono tutti per il camino di Auschwitz. Tutti. A lui andò peggio, diceva. Molto peggio: era sopravvissuto.