Unesco, lettera aperta al capo dello Stato. Un testo che dà voce autorevole a un ampio schieramento degli ebrei in Italia
Noemi Di Segni
Illustre Presidente Mattarella,
il momento della sua partenza per l’attesa visita in Israele, la prima nel suo mandato di Presidente della Repubblica, è ormai vicino. Alla vigilia di questo importante appuntamento, vorrei condividere in questo messaggio i nostri sentimenti di ebrei italiani, cittadini che credono nella pace e nel progresso.
La sua visita si annuncia intensa e carica di significati, volta a riaffermare la storica amicizia che lega lo Stato ebraico all’Italia, ai suoi rappresentanti, al suo popolo, alla sua cultura. Italia e Israele sono oggi al fianco in molte sfide. Collaborano strettamente sul piano istituzionale, e questo viaggio ne è la più alta conferma, ma la cooperazione si estende anche in molti altri campi.
Un flusso continuo di persone, idee e progetti che rafforza un comune impegno al servizio dell’intera collettività e del suo benessere economico, intellettuale, spirituale. Un vissuto plurimillenario, che tra ebraismo e cristianesimo, tra Gerusalemme e Roma, due capitali della civiltà mediterranea, testimonia un confronto vivo, talvolta contrastato, ricco di storia, di vicende, di speranze talvolta tradite, di conquiste che hanno spesso un risvolto quasi miracoloso.