Versetti e Midrashìm raccolti e redatti da Uriel Simon
Il bisogno di un’etica bellica “Quando in guerra ti accamperai contro i tuoi nemici, dovrai guardarti da ogni azione cattiva” (Deut. 23°, 10) Spiega il Rambàn: “Rashì interpreta ‘Dal momento che il Satàn è in agguato nei momenti di pericolo’ : secondo me è giusto, riguardo questa mitzvà, che il testo ci metta in guardia dal momento stesso nel quale compare un peccato. Del resto si sa che, quando ci si accampa per la guerra, si mangia ogni abominio, saccheggiando, depredando, e si compiono azioni violente e non ci si ferma neanche davanti allo stupro e a ogni turpe azione. Anche l’uomo più giusto infatti, si incrudelirà e si inferocirà nel momento di partire per la guerra; proprio per questo ci ammonisce il testo ‘…dovrai guardarti da ogni azione cattiva’ che anche secondo la semplice spiegazione testuale è un avvertimento da tutto ciò che è proibito. (“Perùsh Ha-Torà”)
“Dio ha donato a (popolo di) Israel tre buone caratteristiche: la misericordia, la vergogna e la pietà” (Talmùd Bavlì, Kiddushìn 4a), ma nessuna di queste tre caratteristiche ci può proteggere dall’istinto malvagio (yètzer ha-rà’) che risiede in ognuno di noi, che nei momenti della battaglia può portare anche il più giusto degli uomini alla crudeltà, allo scatenarsi dei freni inibitori della vergogna e allo scoppio del desiderio della violenza, a meno che non si ponga un solido ostacolo con il timore di Dio e con il timore del peccato.