Delphine Horvilleur 39 anni, guida la sinagoga di Beaugrenelle. Manda i figli alla scuola pubblica e lotta per la laicità.
Anais Ginori
Nella sinagoga di Beaugrenelle la chiamano Rabbi Horvilleur oppure, semplicemente, Madame le Rabbin. «Ognuno trova, come può, un compromesso linguistico», scherza Delphine Horvilleur. L’unica definizione che non accetta è “rabbina”, nome con cui si chiama di solito la moglie del rabbino. Sono sfumature, piccoli aggiustamenti semantici di una rivoluzione in corso. A 39 anni Horvilleur guida la sinagoga del XV arrondissement sfidando i pregiudizi. «Certo – ammette – capita ancora di trovare persone che mi chiedono se posso lavorare mentre ho il ciclo mestruale, ma non importa». Sposata, madre di tre figli, ha appena firmato un libro sulla presunta misoginia nella religione, dal titolo En tenue d’Ève, in un periodo in cui si parla tanto di integralismi soprattutto islamici. «Le tre religioni monoteiste – ricorda – sono state tutte più o meno misogine a seconda dei periodi della Storia».