Roberto Russo

Roberto Russo
Il metodo di studio talmudico, detto pilpul, segue un modello che ritroviamo, almeno parzialmente, nella stessa scienza moderna.
Amos Luzzatto
Ero stato tentato di intitolare questa nota “Il Talmud, questo sconosciuto”. Ho desistito perché avrei dovuto aggiungere “sconosciuto da chi?” e questo avrebbe comportato strane sorprese, anche per me stesso.
Spiegazioni senza valore. Il premier eviti i fascisti
Riccardo Pacifici
Caro direttore, vorrei, attraverso le colonne del suo giornale, esprimere il mio pensiero circa le vicende di questa settimana. E difficile raccontare quanto abbiano lasciato la nostra Comunità disorientata, incredula e soprattutto tradita dalle incaute quanto prevedibili esternazioni di Ciarrapico fino alle «imprudenti» barzellette del premier.
Intervista a Amos Luzzatto. «Di questi stereotipi si nutre l’antisemitismo». Il rappresentante della comunità ebraica è duro con il premier.
Umberto De Giovannangeli
Il minimo che si possa dire è una barzelletta che ha come protagonisti dei poveri fuggiaschi dai lager nazisti non dimostra una grande eleganza da parte di chi se ne fa portatore. Tanto più che l’antisemitismo si è nutrito dello stereotipo deli ebreo avido». Ad affermarlo è una della personalità più rappresentative dell’ebraismo italiano: Amos Luzzatto, già presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. Dalla barzelletta del Cavaliere al senatore (Pdl) Ciarrapico che consiglia a Fini di dotarsi di kippah: «E inutile – rimarca Luzzatto – invitare Ciarrapico alla cautela. Lui è sinceramente, irrimediabilmente animato da pregiudizi verso gli ebrei».
Giulio Tedeschi risponde a Giorgio Israel (Kolot del 22 settembre)
Forse potremmo davvero smetterla con questo stile delle accuse iperboliche e delle scarponate in faccia. Anche perchè Amos Luzzatto ha una tale storia personale che leggerlo “schierato con l’intolleranza” fa rotolare dalle risate. Ma cosa ha veramente detto Amos ? Che se un Papa, sotto gli occhi di tutto il mondo, in mezzo a una lezione sui rapporti tra fede e ragione, butta lì la citazione di una becera polemica medioevale antiislamica (tutto ciò che di nuovo ha portato Maometto sono solo cose cattive e disumane), forse poi può rifletterci meglio e chiedere scusa. Sembra puro buonsenso.
Yonatan Bassi
Il testo che presentiamo di seguito è stato appena pubblicato in Israele da Yonatan Bassi, cugino di Amos Luzzatto, a commento del libro di Shadal [Samuel David Luzzatto, n.d.r.] Sulla compassione e l’osservanza, dato nuovamente alle stampe in occasione del 60° anniversario dello Stato di Israele.
Nel 2006 Yonatan si è assunto l’incarico di coordinare per conto del governo israeliano l’evacuazione dei coloni da Gaza, e per questo ha subito pesanti attacchi personali da parte delle frange religiose più intransigenti, anche in ambienti molto vicini a lui.
Scuse? Troppo poco. Un bel gesto di sottomissione e torniamo a farci i fatti nostri
Giorgio Israel
Sono rimasto allibito – e non da solo – leggendo l’intervista rilasciata da Amos Luzzatto alla Repubblica (17 settembre) sotto il titolo “Le scuse non sono sufficienti, occorre un segnale diverso”. Si tratta delle scuse che il Papa deve porgere all’Islam e che, secondo Luzzatto, non bastano: occorre di più, un gesto di “apertura” verso l’Islam. Cosa vorrà mai dire? Convertirsi? Continua a leggere »