Paolo Salom

È grave che si chieda agli ebrei di non mettere la kippah in pubblico. E tuttavia mi colpisce in modo particolare il senso di impotenza che traspare dalle parole di Felix Klein, peraltro una persona vicina agli ebrei: è terribile che non si sappia cosa fare». Rav Alfonso Arbib, Rabbino capo della Comunità ebraica di Milano, intercetta la polemica che arriva dalla Germania al termine dello Shabbat, il giorno dedicato alla preghiera e al riposo. «In ogni modo, non è la kippah il vero scandalo», dice.
In che senso?
«La kippah non è indispensabile. Per un ebreo è importante avere il capo coperto. Va bene anche un cappello: è un segno di umiltà, l’idea di avere qualcosa di più “grande” sopra la testa. Il problema è che sostanzialmente si chiede agli ebrei di nascondere ciò che sono. Una vittoria notevole per chi ci odia».